Ieri scorrendo le news a fine giornata ho notato sul sito di repubblica un articolo (più che altro una sequenza di foto prese dalla pagina ufficiale apple dell’anteprima) che parlava dell’anteprima di OSX Mountain Lion (credo in Italiano sia il Puma), annunciato in uscita l’estate 2012.
Ovviamente, cedendo alla mia incontrollabile curiosità per tutto ciò che apple annuncia di nuovo, sono andato a vedere la pagina ufficiale dove ho scoperto che c’era addirittura una versione Beta di iMessage per mac scaricabile gratuitamente (installabile solo dopo aver aggiornato OSX alla versione 10.7.3).
Altrettanto ovviamente, l’ho installata subito.
L’applicazione sostituisce integralmente iChat, e consente di gestire contemporaneamente, oltre al profilo iMessage (quello collegato alla nostra apple ID), anche profili google talk, Jabber, AIM, Yahoo.
iMessage può diventare molto utile nella integrazione della comunicazione di un professionista. Nel caso dello studio per cui lavoro tutti i colleghi (tranne uno) dello studio di Roma (e quasi tutti anche a Milano) hanno un iPhone, così come una significativa fetta di contatti della mia rubrica (per non parlare del mio principale corrispondente, mia moglie).
Avere iMessage anche sul mio mac significa che quando qualcuno di questi contatti mi invia un SMS io posso rispondere senza dover nemmeno guardare il mio telefono, magari mentre sono impegnato in una conversazione proprio usando quello stesso telefono, e posso farlo usando la tastiera del mac in un tempo molto inferiore a quello necessario a digitare sullo schermo dell’iPhone.
Come iChat, iMessage supporta contemporaneamente anche il protocollo Bonjour, che è un protocollo apple per l’integrazione tra i dispositivi di tutti i tipi, ancora non molto usato dagli studi professionali per la comunicazione interna, perlomeno in Italia, e che è, invece, utilissimo. Consente, infatti, di sostituire le chiamate interne allo studio (anche tra diverse sedi se si è in VPN) o un certo tipo di e-mail brevi con la messaggistica o le videoconferenze (fino a 4 utenti). Senza che sia necessaria alcuna registrazione, il sistema consente di visualizzare tutti gli utenti collegati a una stessa rete (nel nostro caso i colleghi di studio) online in quel momento. Peraltro la definizione di stato dell’utente è anche in grado di darci una indicazione sulla disponibilità del collega con cui abbiamo bisogno di confrontarci, dicendoci se in quel momento è impegnato in una chiamata, è in riunione, oppure è disponibile. Noi, nello studio di Roma, lo stiamo sperimentando (usando iChat) da qualche mese (da quando tutto lo studio è passato a mac: eh si, non sono più una mosca bianca) e i riscontri sono molto positivi.
Insomma, l’introduzione di iMessage su Mac e la sua integrazione con la messaggistica bonjour in un unica applicazione non è certo una delle svolte epocali cui apple ci ha abituati, ma costituisce comunque un miglioramento apprezzabile nel senso di una maggiore integrazione, semplificazione ed efficienza.
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